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Disastro. E' questa la prima parola che viene in mente percorrendo le strade dei borghi intorno a Latina colpiti dalla tromba d'aria della scorsa notte. Intorno alle tre sui quartieri periferici e sulle campagne è sceso l'inferno che ha scatenato il panico tra le persone svegliate dalla furia degli elementi. Un fenomeno naturale eccezionale - dicono i testimoni - per l’intensità, ma soprattutto per la durata. Alberi sradicati, rami sparsi ovunque, pali e fili dell'elettricità e del telefono abbattuti, case e recinzioni danneggiate, tetti scoperchiati e tegole scaraventate lontano come proiettili, vetri infranti e strade interrotte. Camminando sulle vie colpite dalle raffiche di vento dobbiamo farci largo tra i detriti e lo sguardo si posa soltanto su rovine e distruzione; gli uomini dei Vigili del fuoco, della Polizia stradale e della Protezione civile si muovono con i loro mezzi per aiutare le famiglie in difficoltà e per sgombrare le strade dai rami e dai detriti. Al resto ci pensano i residenti, con le motoseghe, a ripulire i canali e le strade dai tronchi sradicati e a fare anche un po' di legna per sé. Sembra quasi di essere in un luogo colpito da un terremoto, con i effetti che aumentano con l'avvicinarsi all'epicentro. Allora, seguendo la distruzione è possibile ripercorrere il tragitto della tromba d'aria. Per fortuna non è stato segnalato alcun danno alle persone nel territorio del capoluogo. Peggio è andata alle case, alle infrastrutture e, soprattutto, agli alberi di pino e di eucaliptus delle barriere frangivento, caratteristica peculiare del nostro paesaggio. Nelle campagne di Sabotino e all’Acciarella sono le aziende agricole e le serre a subire i danni più ingenti. I teloni sono stati strappati o trascinati via dal vento, le aziende - ci dicono - sono in ginocchio con danni per decine di migliaia di euro. Neanche le grandi industrie sono rimaste indenni dalla furia del vento che ha soffiato a velocità elevatissima. Alla Nexans di Borgo Piave il turno della mattina è saltato per i sopralluoghi e la conta dei danni in alcuni reparti. Santa Maria, Sabotino, Lungomare, Piave, Gorgolicino, Bainsizza, sono i nomi delle zone più colpite. Nell’ultimo borgo ci viene incontro la signora Paola che ci racconta l’esperienza di una notte di paura. «Alle tre circa siamo stati svegliati dai rumori del vento e degli oggetti scagliati contro la nostra casa - ci dice ancora agitata - Erano le tegole della palazzina vicina che si schiantavano contro le finestre a velocità pazzesca, dei proiettili. Anche le macchine sono state danneggiate dai detriti». Un grosso albero, cadendo, ha distrutto una parte della recinzione della villetta acquistata appena un anno e mezzo fa. «Avevamo avvertito il Consorzio di Bonifica della pericolosità di questo albero - denuncia - ma non sono mai venuti a tagliarlo. Ora è caduto da solo sulla nostra recinzione, invadendo anche parte della carreggiata della strada. Poteva essere pericoloso per le macchine in transito, o cadere verso la casa. Ma è andata bene e siamo qui a raccontarlo». Anche la parrocchia di Bainsizza conta i danni di 40 minuti «apocalittici ». A Santa Maria i vigili del fuoco sono intervenuti anche per i numerosi allagamenti. Sul litorale, il vento ha continuato l’opera distruttrice del mare in burrasca delle ultime settimane. Il lido Valentina sembra uscito da un bombardamento: sono pochi i manufatti ancora in piedi e la recinzione è volata chissà dove. Interi borghi e quartieri sono rimasti senza luce (e quindi in alcuni casi senza riscaldamenti e acqua nei piani superiori). L’Enel, in un comunicato, ha garantito la ripresa del servizio su tutto il territorio entro la serata di ieri, grazie al lavoro di squadre d’emergenza (con 100 tecnici propri e 50 di ditte esterne, 50 mezzi e tre generatori all’opera) arrivate da tutta la regione per fronteggiare una situazione eccezionale. In città sono stati i quartieri a nord a subire i danni maggiori, soprattutto per la caduta di alberi non curati. In via Palestro è crollato un grosso pino. Il sindaco Zaccheo accusa per questo, come per gli altri alberi sradicati, l’ex Arsial. A Borgo Piave le linee elettriche e telefoniche sono andate in tilt e la furia del vento ha fatto saltare la guaina di copertura della scuola elementare. La strada statale Pontina è rimasta interrotta a lungo sulla carreggiata sud per la caduta di un pino al km 66, poi rimosso dai vigili del fuoco. Quantificare i danni per il Comune, il demanio e per i cittadini è tuttora impossibile. Così come i tempi per ritornare alla normalità. Da più parti si annuncia la richiesta dello stato di calamità naturale che accelererebbe le procedure per intervenire con fondi straordinari, senza impelagarsi nelle pastoie burocratiche e nella definizione delle competenze.
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