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Era il dicembre del 2010 quando l’allora commissario straordinario Guido Nardone firmava l’ordinanza di divieto d e ll ’uso dell’acqua pubblica per scopi alimentari nei borghi ad ovest del capoluogo. Da allora, quando è trascorso più di un anno, nulla è cambiato tra Borgo Montello, Bainsizza, Sabotino e Santa Maria. Le botti che garantiscono l’approvvigionamento idrico sono ancora al loro posto, così come i livelli di arsenico nell’acqua distribuita dall’impianto idrico comunale. Da allora la rete non è stata adeguata per riportare la vita di quelle comunità ad uno stato di normalità. A differenza di tutti gli altri comuni del nord della provincia, ossia quelli più colpiti dall’inquinamento delle falde acquifere, nel capoluogo il gestore Acqualatina non ha operato per risolvere la questione in tempi ragionevoli. Figuriamoci che, nei borghi dove i livelli di arsenico sono superiori al consentito, col tempo le autobotti sono state sostituite dai presidi fissi per l’approvvigionamento dell’acqua. Botti metalliche, quelle installate dal gestore, che conferiscono uno stato di ostinazione del divieto. Il segno di una condanna che pende sulle teste dei cittadini. Anche se, ad essere precisi, il divieto si riferisce ai soli bambini. Perchè sì, di arsenico nell’acqua ce n’è troppo, oltre i 10 microgrammi per litro, ma una deroga consente a tutti gli adulti di fregarsene della norma. Come se, grazie ad un atto pubblico, il corpo umano diventasse improvvisamente immune dall’azione dell’arsenico. Solitamente la collettività associa l’arsenico alla presenza di elementi inquinanti come la discarica di via Monfalcone, ma da sempre esperti spiegano che l’acqua sia inquinata dalla terra stessa. Una terra di origine vulcanica. Insomma, ne fanno una questione geologica. Sta di fatto che Acqualatina per contratto avrebbe dovuto adeguare gli impianti alla normativa europea, godendo appunto di diverse deroghe, ma i borghi dell’ovest sembrano essere condannati ad avere l’acqua all’arsenico. Di fatto il Comune non ha mai revocato le ordinanza per Montello, Bainsizza, Sabotino e Santa Maria. Tantomeno il gestore ha mai precisato di aver risolto la questione.
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